Fatturazione elettronica? Si grazie

Come tutti ormai sanno la fatturazione elettronica B2B è diventata obbligatoria dallo scorso 1° gennaio per tutti o quasi.

Al di là degli oserei dire inevitabili problemi tecnici che si stanno rilevando per mettere a regime questa rivoluzione contabile e fiscale del nostro Paese, credo sia opportuno capire meglio gli effetti di questa innovazione.

Già perché di una grande innovazione tecnologica si tratta ed il fatto che il nostro Paese sia tra I primi ad adottarla in Europa deve, una volta tanto, farci pensare positivo, di essere all’avanguardia. Invece molti dicono: «ma gli altri Paesi non ce l’hanno!»

Come tutte le innovazioni occorre un po’ di impegno e di risorse per arrivare a regime, ma questo non deve far ritenere che sia una cosa sbagliata. Occorrerà “soffrire” un po’ per imparare ed abituarsi a questa nuova modalità di fatturazione, ma alla fine i vantaggi saranno notevoli.

Da parte dello Stato e del Fisco (Agenzia delle Entrate) ci saranno innumerevoli vantaggi: comunicazione tempestiva delle fatture emesse, maggior controllo su potenziali evasioni fiscali ed altri reati, omogeneità dei dati in formato elettronico standard, maggior possibilità di effettuare controlli incrociati, ecc.

Ma vorrei analizzare i vantaggi dal punto di vista delle imprese e dei professionisti, fermo restando che bisogna dare per scontato che la possibilità di evasioni e truffe ai danni dello Stato non deve essere considerata una penalizzazione.

Premesso ciò il nuovo sistema obbliga le imprese ed i professionisti (eventualmente attraverso i rispettivi commercialisti) a dotarsi di un applicativo web per l’invio delle fatture elettroniche (o di adottare quello messo a disposizione dalla AE), A parte singoli liberi professionisti o imprese individuali di imprenditori di ridotte capacità di utilizzo di strumenti informatici, la scelta di adottare la soluzione proposta dal proprio software gestionale oppure di dotarsi di un nuovo applicativo dedicato è sicuramente quella vincente.

Tali soluzioni permetteranno alle aziende di disporre delle fatture attive già registrate in contabilità al momento dell’emissione e del relativo pagamento e di registrare le fatture passive al momento della ricezione, o poco tempo dopo, con un minimo inserimento di dati. Questo significa eliminazione completa del documento cartaceo e riduzione della probabilità di commettere errori, ovvero riduzione dei costi del processo contabile. Soprattutto per le piccole imprese, che magari emettevano le fatture con un software e poi il consulente fiscale le reinseriva nel proprio applicativo di contabilità.

Niente più pile di carta di fatture da registrare (e da pagare), niente più fatture non ricevute con inevitabili solleciti del fornitore, niente più paure che un’errata registrazione possa comportare sanzioni fiscali.

Per arrivare al processo amministrativo-contabile perfetto basterebbe rendere automatici i pagamenti in base ai termini pattuiti, ma questo è un altro discorso… sebbene volendo lo Stato potrebbe ovviare a questa mala-abitudine di molte imprese italiane di ritardare I pagamenti oltre ogni limite.

Certamente questa rivoluzione dei processi contabili porterà dei vantaggi alle aziende che avranno saputo cogliere questa opportunità per migliorare la propria efficienza. Chi avrà deciso di affidarsi a servizi di fatturazione elettronica di terzi, ad esempio della Banca o di provider a basso costo, piuttosto che sposare le soluzioni integrate in un proprio gestionale, pagherà dazio nei prossimi anni perché si troverà a duplicare le registrazioni o a pagare uno Studio Commercialista esterno per un servizio in più. A proposito dei Commercialisti: molti di loro che hanno tenuto la contabilità dei clienti si vedranno eliminare questo servizio per i clienti che avranno deciso di seguire il proprio applicativo gestionale, dunque i compensi per le loro prestazioni dovranno inevitabilmente diminuire, magari non subito, ma nel medio periodo.

Purtroppo oggi esistono imprese che ancora non dispongono di un software gestionale, almeno per gestire ordini e fatture, e forse avranno colto anche loro questa opportunità di informatizzare la gestione di alcuni processi. Parliamoci chiaro, un’impresa che fattura almeno 500 mila euro oggigiorno non può non disporre di un software gestionale per la propria attività.

La rivoluzione dei processi contabili, forzata dalla fatturazione elettronica, poterà anche ad una rivalutazione nelle risorse umane e delle relative competenze.

Anche certe abitudini delle nostre imprese di fatturare le prestazioni a scadenze definite (ad es. metà e fine mese) dovranno essere riviste; perché a parte il primo periodo di messa a regime della fatturazione elettronica, fra pochi mesi per emettere una fattura con data ad es. 30 maggio, non si potrà aspettare il 5 o 6 giugno e i tempi fra consuntivazione delle vendite di prodotti e servizi e loro fatturazione dovranno essere rivisti.

Da un lato, dunque, cerchiamo di capire bene come funzionerà questo nuovo sistema, dall’altro pensiamo anche come riprogettare il processo contabile per non trovarsi in difficoltà e non dover sopportare maggiori costi.

Infine, il problema di privacy, evidenziato dal Garante per la Protezione dei Dati Personali quando ormai mancava poco tempo all’avvio della fatturazione elettronica obbligatoria fra privati.

Si potrebbe osservare che ci potevano pensare prima, Agenzia delle Entrate nel progettare il sistema e Garante nell’esaminare il contesto.

In realtà sono stati posti molti interrogativi, anche piuttosto inquietanti, sul possibile utilizzo dei dati di fatturazione elettronica gestiti nelle varie piattaforme software e dai provider di conservazione sostitutiva.

Mi sembra chiaro che è a prescindere vietato sfruttare i dati presenti nelle piattaforme per ricavare dati statistici significativi, salvo che i titolari di tali dati non ne concedano il permesso.

Sul fronte più squisitamente tecnico della sicurezza informatica ci si pone l’interrogativo se siano sicure tutte queste fatture, anche contenenti dati sensibili se relative a prestazioni sanitarie, nei database conservati dai provider dei vari applicativi per la fatturazione elettronica. E il famigerato SDI dell’Agenzia delle Entrate?

Verrebbe invece da chiedersi quanto siano sicuri i dati conservati nei software gestionali di contabilità nei vari server aziendali (o PC di piccole imprese e professionisti della sanità), relativamente alle fatture gestite informaticamente finora.

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