Come ridurre i costi di acquisto sul prodotto

j0078616In periodi di contrazione del fatturato e, conseguentemente, dei margini di retribuzione, occorre ricercare la riduzione oculata dei costi aziendali senza compromettere gli investimenti sul futuro sviluppo dell’impresa. In questo articolo ci occupiamo dei costi di approvvigionamento legati ai componenti costituenti il prodotto finito per un’industria manifatturiera, ovvero comeridurre i costi di acquisto sul prodotto.

Premettiamo che per ottenere vantaggi significativi bisogna operare su volumi di acquisto significativi, almeno € 100.000/annui per ogni componente di acquisto esaminato, soltanto così un risparmio del 10/15% porta all’azienda un vantaggio tangibile in termini economici.

Anzitutto occorre entrare nelle dinamiche dell’ufficio acquisti e delle scelte di acquisto; secondo quanto stabilito dalla teoria sui sistemi di gestione per la qualità ISO 9001 si parla di valutazione dei fornitori e di rivalutazione periodica degli stessi.

Tra i vari metodi applicati per valutare e qualificare un fornitore – e quindi renderlo eleggibile per la fornitura di prodotti critici – uno dei più validi è quello che si rifà al costo globale della fornitura. Vediamo di che si tratta.

Il sistema, basato sulla valutazioni dei costi della qualità dei fornitori, costituisce un esempio di sistema pratico ed operativo che premia quei fornitori che “nel complesso” sono i più convenienti perché hanno costi della qualità fornita più bassi.

L’indice di prestazione relativo ai costi della qualità, calcolato come descritto nel seguito, si affianca a valutazioni del tutto convenzionali relative ai prezzi ed alle consegne.

La formula base dell’indice (ICQF = Indice sul Costo della Qualità del Fornitore) nel periodo di riferimento scelto a seconda delle esigenze (un mese, un trimestre, …) è la seguente:

 

 ICQF = (Costo della qualità del fornitore + Costo di acquisto)/Costo di acquisto =

= Costo della qualità del fornitore/Costo di acquisto + 1

 

Non si possono probabilmente includere tutti i costi della qualità di una fornitura per non eccedere in lavoro amministrativo. Quindi vanno identificati solo i costi significativi per ogni azienda. Per questo si potrà avere:

Costi per il trattamento delle parti di fornitura respinti +
Costi dovuti alle indagini effettuate in seguito a lamentele +
Costo di elaborazione nel collaudo al ricevimento +
Costo di un prodotto trovato difettoso dopo il collaudo al ricevimento =
Costo della Qualità del Fornitore

Dove per i costi suddetti si intende quanto segue:

  • Costi per il trattamento delle parti di fornitura respinti: va determinato il costo necessario per scartare e respingere un lotto di fornitura (spese per registrazione, documentazione e restituzione al fornitore). Tale costo unitario per lotto va poi moltiplicato per il numero di lotti respinti.
  • Costi dovuti alle indagini effettuate in seguito a lamentele: è necessario uno studio speciale del tempo necessario a compiere indagini sulle lamentele con un certo grado di precisione. Deve essere richiesto a ciascun tecnico di documentare il tempo richiesto per ciascun fornitore. Il costo totale va calcolato moltiplicando il tempo totale di indagine per il fornitore nel periodo di riferimento per la paga oraria media (onnicomprensiva) del tecnico incaricato dell’indagine.
  • Costo di elaborazione nel collaudo al ricevimento: il costo va calcolato con l’uso degli appropriati costi standard di lavoro. Viene moltiplicato il tempo standard necessario per collaudare un lotto per il costo orario dell’operatore e per il numero di lotti collaudati nel periodo di riferimento.
  • Costo di un prodotto trovato difettoso dopo il collaudo al ricevimento: occorre considerare che il prodotto può essere scartato o rilavorato. Nel primo caso va determinato se è possibile recuperare il costo dal fornitore a seconda di quanto chiara sia l’attribuzione delle responsabilità. Nel secondo caso vanno determinati i costi della rilavorazione. Vanno inoltre considerati i costi dovuti ad un controllo al 100% dei particolari rimanenti (cernita) se il collaudo è a campione e quelli dovuti ad una lavorazione inutile se il particolare viene scartato.

In alcuni casi il costo di acquisto del particolare può costituire una stima accettabile del costo della qualità. Quindi questo costo viene valutato moltiplicando, per ciascun fornitore, il numero dei particolari trovati difettosi dopo il collaudo al ricevimento nel periodo di riferimento per il costo di acquisto iniziale del particolare. Tale metodo di stima del costo di un prodotto difettoso dovrebbe essere verificato essere ragionevole prima di adottarlo.

L’azienda deve poi sviluppare un metodo per interpretare l’indice di prestazione del costo della qualità per accertare il livello di ciascun fornitore. Il fornitore perfetto non dovrebbe avere costi della qualità poiché non vi sarebbero restituzioni di particolari difettosi, non vi sarebbero ricerche dovute a lamentele e non sarebbero necessari i collaudi al ricevimento. Quindi l’indice per un fornitore perfetto sarebbe ICQF=1. Quanto più il valore dell’indice si discosta da 1, quanto più il fornitore è scarso/poco affidabile.

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