Il ruolo del consulente

Il consulente aziendale, professionista di estrazione tecnica od economica, può avere diversi ruoli:

  1. Può fornire servizi professionali finalizzati all’espletamento di adempimenti cogenti (sicurezza sul lavoro, privacy, tenuta della contabilità, certificazione di prodotto, ma anche di qualità ISO 9001 laddove è necessaria per accedere ad appalti pubblici) o facoltativi (certificazione sistema di gestione qualità, ambiente, sicurezza delle informazioni,…).
  2. Può fornire servizi di temporary management oppure outsourcing di servizi che l’impresa non intende assumersi internamente per insufficienti competenze del personale interno, mancanza di tempo da dedicare all’attività e per non sostenere i costi interni necessari per creare e mantenere una risorsa adegatamente qualificata. I servizi in outsourcing possono riguardare la funzione di responsabile qualità o sicurezza (RSPP), il controllo di gestione o altro. Il servizio si caratterizza per un impegno del consulente limitato nel tempo, part-time (un certo numero di giorni a settimana o al mese) o di durata determinata (per un anno, due anni,…). Comprende l’assunzione di responsabilità ed il coordinamento di risorse come se si trattasse di manager interni all’azienda.
  3. Può, infine, fornire servizi professionali che creano valore per i propri clienti: riorganizzazione aziendale, controllo di gestione, innovazione tecnologica, business process reengineering, ecc..

Mentre nel primo caso la concorrenza è essenzialmente sul prezzo (l’azienda cerca di pagare il meno possibile per espletare un adempimento che non vorrebbe), nel secondo caso è comunque prioritario il prezzo, ma anche la gestione del servizio ed i rapporti con il personale interno. Nel terzo caso, invece, il cliente è disposto a pagare un compenso equo per ottenere la creazione di valore per l’impresa, attraverso la maggiore produttività, l’incremento delle vendite o la riduzione dei costi, in altre parole aumentando l’efficienza dei processi.

Però, se nel primo caso l’azienda vorrebbe acquistare al prezzo più basso un servizio come si trattasse di un prodotto standard, il rischio correlato potrebbe essere molto alto. Infatti un adempimento svolto apparentemente nel modo corretto e nei tempi previsti (presentazione di un bilancio o di una dichiarazione dei redditi, tenuta della contabilità, predisposizione dei documenti obbligatori per la privacy o per la sicurezza sul lavoro) può nascondere molte insidie: se l’adempimento non è stato svolto in modo pienamente conforme alle norme ed alle leggi vigenti l’azienda rischia pesanti sanzioni, con la magra consolazione di potersi, eventualmente, rivalere sul consulente. Ma questo lo si scopre solo quando si subisce un controllo da parte degli enti competenti, visto che in azienda non esistono le competenze per controllare l’output del consulente.

Anche l’ottenimento della certificazione di qualità ISO 9001 (ma lo stesso vale per la certificazione di altri sistemi di gestione) può presentare rischi: ormai una certificazione non viene negata a nessuno, ma difficilmente l’auditor dell’organismo di certificazione dirò all’impresa che il suo sistema di gestione crea inefficienze ed appesantisce l’attività quotidiana senza fornire quel valore aggiunto che è nello spirito della norma sulla qualità. Certo, l’azienda ha risparmiato un costo esplicito scegliendo un consulente che costava meno di altri, ma ha poi dei costi occulti quotidiani che si protraggono nel tempo…finchè qualcuno non se ne accorge, solitamente il consulente che crea valore!

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